Professor Marino Andolina: ” Stamina è stata bloccata dalla Mafia”

21.01.2014 21:28

In una lunga intervista rilasciata in esclusiva per ‘Il Nuovo – Quello che gli altri non dicono‘, il professor Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation, ha tentato di far chiarezza sulla metodica di Vannoni, accusato di aver preso soldi per le infusioni con staminali, oltre che indagato per somministrazione di farmaci imperfetti, esercizio abusivo della professione medica e violazione della legge sulla privacy per aver pubblicato su YouTube un video con i miglioramenti di una bambina di 4 anni di Torino.

Marino Andolina, vicepresidente di Stamina

Marino Andolina, vicepresidente di Stamina

Professor Andolina, che cos’è la Stamina Foundation?
“La Stamina Foundation è un piccolo gruppo che porta avanti una metodica, scoperta in Ucraina, con risultati dimostrati, che riteniamo possa salvare migliaia di vite umane. Qualcuno, però, blocca costantemente il nostro progetto.
Tutto è nato alcuni anni fa in cliniche private di Torino e San Marino, grazie ai soldi di Davide Vannoni, una persona benestante che ha creduto in questo metodo e lo ha finanziato con fondi personali.
Il mio compito è stato quello di portare la metodica dal privato al pubblico: ho provato a Trieste ed ho fallito nel mio stesso ospedale; ma a Brescia ho avuto successo, trovando disponibilità a curare i pazienti gratis se Stamina avesse dato le cellule gratis.
L’Istituto Superiore di Sanità ha aperto una nostra provetta, l’ha analizzata e, con il comunicato stampa 173 del 2012 del Ministero della Sanità, ha detto che le nostre cellule sono pronte per qualsiasi uso terapeutico”.

Perché Stamina non vuole rendere pubblica la metodica?
“La metodica è scritta e disponibile a tutti, full proof, su internet.
Uno dei nostri peccati, cui sto cercando di rimediare, è quello di non aver pubblicato nulla di accademico fino a questo momento.
Ho scritto personalmente su internet la nostra metodica: lì sono disponibili tutti i dosaggi ed i “misteri” di cui ci accusano.
Troverete la nostra metodica anche su Wikipedia, che descrive la metodica in dettaglio con una precisione che non si utilizzerebbe nello scrivere un lavoro scientifico, in cui di solito si è molto più vaghi.
La metodica è stata riprodotta, usando internet, anche da laboratori a cui l’Istituto Superiore di Sanità ha consegnato le provette sequestrate nel 2012 a Brescia”.

È vero che Vannoni ha chiesto soldi ai propri pazienti?
“Nel gennaio del 2010, in una conferenza stampa a Torino cui presi parte anch’io, Vannoni disse che i pazienti avevano contribuito con una media di 20.000 euro a testa (0 euro per i non abbienti e 40-44.000 euro per i benestanti) in una fase in cui la produzione di cellule era comunque molto costosa.
Il professore ha stanziato centinaia di migliaia di euro di tasca propria.
In Tv sono state dette cifre non veritiere: le famiglie facoltose a cui Vannoni ha chiesto uno sforzo economico sono ben poche e le cifre stanziate vanno da un minimo di 7.000 ad un massimo di 44.000 euro a famiglia.
In totale, i contributi ricevuti sono probabilmente superiori al milione di euro. Voglio precisare che Stamina non ha guadagnato soldi e che, prima della Stamina Foundation, c’era un’altra ditta che gestiva il laboratorio di San Marino.

Parlare di queste cose quasi mi imbarazza perché, da comunista quale sono, ritengo che il paziente non debba pagare nulla per le proprie cure, il servizio pubblico dovrebbe dare tutto ed il medico, quando può, deve fare tutto gratis.
Ricordo che, fino a dieci anni fa, i midolli da donatori al di fuori della famiglia (donatori non correlati), venivano pagati 16-20 milioni di lire dai pazienti, ed io trapiantavo persone con midolli che avevano pagato.
Ho denunciato questo scandalo, ma ho preso pesci in faccia.
Pur non essendo d’accordo, ho comunque continuato a trapiantare perché sapevo che avrei salvato vite”.