Stato e libertà di cure, caso Stamina, colpo di scena a “Matrix”: Vona scagiona Vannoni

21.01.2014 21:24

Comunicato dal “Movimento Vite Sospese”…
“davvero un colpo di scena quello che si è verificato nell’ultima puntata di Matrix condotto dal presentatore Luca Telese. Vona, considerato l’accusatore principale di Vannoni, ha ammesso: 1) di non aver mai dato un centesimo al prof. Vannoni; 2) di non essere sicuro che siano state le staminali a provocare la sua crisi epilettica.
Ma allora l’accusa verso Vannoni su cosa si fonda? Qualsiasi laureato in giurisprudenza ( e non solo)sa che il diritto penale richiede che per essere condannati si sia provata la colpevolezza del reo al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ebbene, nel caso Stamina questa soglia è bene lontana dall’essere superata e la procura di Torino non potrà non tenere conto delle dichiarazioni rese a Matrix da Vona. Se in fatti, quest’ultimo non ha mai dato un centesimo e lui stesso dubita che le staminali siano state la causa della sua crisi epilettica (tra l’altro le staminali curano l’epilessia, non la fanno venire), non può configurarsi alcun reato.
Quanto alla sig.ra De MAtteis, il video che mostra la figlia alzarsi dalla sedia a rotelle e camminare col suo aiuto, sconfessano le dichiarazioni rese dalla stessa.
E’ proprio il caso di dirlo, la vicenda Stamina è apparsa tutta un’altra storia per come è stata raccontata nella trasmissione Matrix. Non sarà stato perché stavolta è stato garantito un contraddittorio? Certo è che occorre fare un plauso al dott. Luca Telese che ha dato una vera lezione di buon giornalismo. Purtroppo non siamo più abituati a trasmissioni non faziose, che si limitano solo a raccontare, senza fare processi mediatici.
L’impianto accusatorio contro Vannoni e i suoi collaboratori è dunque da rivedere. Tra l’altro non sono ancora stati sentiti come persone informate sui fatti tutti i genitori dei bimbi in cura a Brescia, i cui miglioramenti sono stati attestati da clinici del calibro di Villanova.
Inoltre salterebbe agli occhi un vero paradosso giuridico se i pazienti considerati titolari, da 200 ordinanze dei giudici del lavoro di tutta Italia, del diritto a ricevere le cure Stamina, fossero qualificati come parti lese dalla Procura. Nessun giurista potrebbe davvero incorrere in un errore così madornale.
Quindi che le indagini siano davvero ad una svolta è piuttosto improbabile. E’ più facile che ai sensi dell’art. 358 c.p.p. venga acquisito materiale probatorio a favore della Stamina Foundation, onde evitare inutile spreco di attività processuale.
Un impianto accusatorio molto debole, dunque, ma affiancato da un attacco mediatico molto feroce e senza precedenti.
Sentenze di condanna ancor prima dell’inizio di un processo, assenza di contraddittorio, omessa esibizione di documenti decisivi ai fini di una obiettiva ricostruzione della vicenda Stamina, giudizi impietosi e omessa verifica delle notizie date: questi gli ingredienti che hanno caratterizzato molte trasmissioni, soprattutto della Rai. Ecco perché il Movimento Vite Sospese, come altre assoc. in difesa dei malati, invieranno segnalazioni riguardanti l’accanimento mediatico contro Stamina alla Commissione di vigilanza della Rai e al suo Presidente Roberto Fico, premurandosi di allegare alcuni documenti che la Rai volutamente o colposamente ha omesso di mostrare, come il comunicato stampa n. 173 del 23 agosto 2012 col quale lo stesso Ministero della salute ha dichiarato che le cellule prelevate dai NAS a Brescia non solo sono staminali, ma sono cellule vitali e pronte a qualsiasi uso terapeutico.
Anche i retroscena della trasmissione Presa diretta, per come sono stati raccontati dal giornalista Marco Piazza ex dipendente Telethon, devono essere sottoposti al vaglio della commissione di vigilanza. Infatti, lo stesso Piazza racconta come la sua inchiesta sia nata da una scommessa fatta con un suo collega che gli avrebbe detto testuali parole: “fra i bimbi malati e gli scienziati non c’è partita, vinceranno sempre i primi.” E al perché tagliasse le interviste dei malati, la riposta pare essere stata” in questo caso la parte debole non sono i malati ma la scienza.”
E’ evidente come la disinformazione abbia raggiunto il suo scopo: fare dimenticare l’ordinanza del Tar Lazio che ha ritenuto parziale il giudizio dei detrattori nominati dalla Lorenzin nel comitato scientifico. In effetti le affermazioni di coloro che Iacona chiama i massimi esperti del mondo scientifico sono state smentite da 200 ordinanze dei giudici ordinari, da 2 Tar e persino da una legge dello Stato che ha autorizzato la continuazione delle cure e la sperimentazione sul presupposto dell’assenza di effetti collaterali. I giudici si sono pronunciati ritenendo più convincenti le prove prodotte in giudizio che non il provvedimento Aifa, la relazione dei Nas e il parere negativo del comitato scientifico.
Sarà per questo che l’attacco mediatico è stato rivolto anche alla magistratura.
Però incuriosisce come chi sostiene che il metodo Stamina sia privo di fondamento scientifico, sia contrario alla sperimentazione e a qualsiasi tipo di test che possa, anzi, provare in modo scientifico e incontrovertibile le proprie affermazioni. Incuriosisce come questi stessi personaggi si siano scagliati contro lo scienziato Camillo Ricordi, sol perché colpevole di avere offerto la propria collaborazione al fine di effettuare i test sulla caratterizzazione cellulare, che però non è avvenuta a causa dell’ennesimo blocco da parte dell’Aifa. Eppure chi è veramente sicuro che Stamina sia solo una truffa dovrebbe essere contento di poterlo dimostrare una volta per tutte, già se n’è davvero sicuro”.